mercoledì 10 aprile 2013

donne vs donne

Avere un bambino da donna lavoratrice ti fa andare incontro a tanti pregiudizi, prevaricazioni, e a volte ingiustizie. Il sistema italiano, per quanto tuteli molto le donne dal punto di vista legale, le tutela poco da quello emotivo: lo stato ti paga la maternità anticipata, obbligatoria e facoltativa, più l’allattamento, e non puoi essere licenziata prima dell’anno del bambino, ma purtroppo lo sguardo negativo e critico con cui vengono viste le donne sul lavoro è sempre molto negativo. Credo che ci troviamo all’interno di un circolo vizioso, dove i datori di lavoro sfavoriscono le donne perché potenziali madri, e a maggior ragione quando madri lo sono davvero, e le donne cercano di sfruttare al massimo il sistema per ottenere più soldi e più giorni a casa possibile, alimentando così la visione negativa del datore di lavoro delle donne. Ma spesso le donne se ne “approfittano” proprio perché comunque sarebbero discriminate, quindi tanto vale approfittarne. Ma allora come si fa a spezzare il circolo? Vi racconto l’ultimo episodio: studio dentistico di mio cognato, una delle due segretarie part time è appena rientrata da una lunghissima maternità a rischio (molto dubbia, visto i viaggi che si è fatta in gravidanza e di cui ha pubblicato copiose foto su facebook)+ facoltativa. L’altra segretaria si è dimessa, e quindi mio cognato a chiesto a lei se voleva passare a fare il full time, invece di prendere un’altra ragazza. Tanto più che il compagno di questa ragazza è disoccupato, quindi qualche soldo in più fa comodo. Lei accetta volentieri e…dopo due mesi si rimette in maternità a rischio. Ha detto che lei i figli li vuole vicini, quindi si è sbrigata, e ora ha lasciato tutti nel caos, perché si sono ritrovati senza nessuno. Ora dite quello che vi pare, ma a me pare tanto strano. Se sapevi che stavi cercando un altro figlio, perché accettare il passaggio a full time, sapendo che poi avresti lasciato tutti scoperti? Capisco che i soldi in più ti fanno gola, ma allora non potevi aspettare almeno qualche mese, in modo da permettere allo studio di organizzarsi? E poi maternità a rischio dal giorno dopo che hai fato il test? Oddio, tutto è possibile, ma visti i precedenti di questa mi sembra tantomeno sospetto. So che ci sono tante donne che non si comportano così, io in primis ho lavorato fino all’8° mese, e la mia facoltativa era stata comunicata al datore di lavoro con largo anticipo, proprio per permettergli di organizzarsi. E so anche che ci sono donne che davvero devono stare a casa e a riposo, perché la salute del piccolino è la cosa più importante. Ma finchè ci saranno donne che si approfittano del sistema, come potremo essere considerate di più? Per colpa di qualche mela marcia, si sta rovinando, anzi è già rovinata, l’immagine di tutte le donne. Come uscire da questa situazione? Si potrebbero suggerire tante soluzioni, controlli più rigidi, regolamenti diversi…ma un po’ di coscienza e di etica? Ci vogliamo mettere anche quella?

4 commenti:

Babi ha detto...

donne cosi ne conosco:mia cognata. si è fatta mettere incinta perchè non voleva più lavorare. è stata a casa dal giorno del test positivo per gravidanza a rischio ma non lo era per niente. sta ancora in maternità da febbraio 2012 e a luglio quando dovrebbe tornare a lavorare si licenzia.... direi che i conti se li è fatti bene no?purtroppo ce n'è di gente cosi con la faccia come il culo!

Anonimo ha detto...

Che tristezza, e ne conosco anche io... Clara V

ElizabethB ha detto...

Io penso sia molto aderente alla realtà quello che tu dici: molte donne decidono di sfruttare al massimo le tutele, tanto sanno che al rientro si ritroveranno in un campo minato. A me è successo così. Sono stata in anticipata da quarto mese (non riuscivo a mangiare quasi nulla, quindi non mi reggevo in piedi) molto a cuor leggero, perchè sapevo che in ogni caso il mio vecchio lavoro non mi avrebbe aspettata. Ho preso la facoltativa comunicandola per tempo, ma dopo 2 mesi dal mio rientro al lavoro, sono stata inserita in una lista di "incentivazione all'uscita". Quindi mi chiedo, ho fatto male? sarebbe cambiato qualcosa se avessi scambiato i primi mesi di vita della mia piccola con il rietro al lavoro? Il dubbio mi resta e cmq all'epoca ho fatto la scelta che ho ritnuto migliore...

Brioscina ha detto...

Sicuramente hai fatto la scelta migliore per lei e per te, anche perchè conoscevi la realtà lavorativa in cui ti trovavi, e, come hai detto tu stessa, la scelta è stata fatta a cuor leggero.
Allo stesso modo io ho scelto senza dubbio di restare al lavoro il più possibile, perchè mi trovo in una realtà molto fortunata dove non sono stata assolutamente discriminata.
Ma la situazione generale è colpa di tutti, di chi se ne approfitta e di chi non distingue le donne che hanno davvero bisogno della tutela, pensandole tutte come sfruttatrici. E in che modo si può uscire da questa situazione? BOH!
Come al solito, in Italia, la soluzione finale è che ognuno pensa solo alla sua situazione per trarne il massimo vantaggio, senza pensare al sistema